Nei primi anni del secolo scorso nasce la filodrammatica don Bosco fondata dai giovani frequentatori dell’Oratorio Salesiano dell’epoca.
Mettevano in scena atti unici brillanti e drammoni, secondo i gusti del periodo. Il teatro era l’unica fonte di svago per giovani e famiglie, perciò i filodrammatici allestivano uno spettacolo ogni quindici giorni per un pubblico sempre numeroso e certamente meno esigente di quello odierno.
Negli anni della prima guerra mondiale i giovani attori si recavano nella vicina colonia bergamasca per allietare i feriti in convalescenza presso quel complesso ed erano molto applauditi.
Pesante interruzione (quasi totale) durante il ventennio fascista.
Dopo la seconda guerra mondiale, la rinascita.
Il gruppo era solo maschile.
Negli anni ’60 finalmente anche le ragazze vengono ammesse a far parte del gruppo teatrale ed inizia la storia contemporanea della nostra compagnia. Molti degli attori di oggi erano i ragazzi di allora che si sentivano quasi i pionieri di un teatro diverso.
Si andava alla ricerca di testi nuovi, dei grandi autori, si voleva fare un teatro un po’ intellettuale secondo i gusti dell’epoca (si era arrivati al ’68!).
Alcuni, però, preferivano il teatro dialettale, più allegro e popolare.
Per alcuni anni le diverse tendenze (teatro in lingua e dialettale) convissero finché… demolirono il teatro per costruire una scuola. Sembrava la fine.
Tuttavia, in breve tempo, in un salone si allestì un palcoscenico di assi: era molto precario ma abbastanza solido per consentire a un rinnovato gruppo teatrale di mettere in scena commedie dialettali brillanti e un po’ naif (erano gli anni ’70).
Finalmente negli anni ’80 sorse un nuovo teatro e con esso la storia più recente della Compagnia.
Ci si affezionò decisamente al teatro dialettale brillante, il più gradito dal pubblico del teatro amatoriale. Iniziato anche trasferte: prima in regione e poi oltre.